domenica 7 ottobre 2012

Lo Sri Lanka



Lo Sri Lanka


Lo Sri Lanka, il cui nome ufficiale è Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka , conosciuta anche come Ceylon (nome ufficiale fino al 1972), è uno stato insulare che si trova in Asia, e occupa l'omonima isola al largo della costa sud-orientale del subcontinente indiano. Per la sua forma particolare e la sua vicinanza alla costa indiana è stata soprannominata lacrima dell'India. La sua capitale amministrativa è Sri Jayewardanapura Kotte, situata 8 km a est dell'ex capitale Colombo, che resta la città più grande ed economicamente importante del paese.


Nome 

Nell'antichità, lo Sri Lanka fu conosciuto con diversi nomi. Gli antichi geografi greci la chiamarono Taprobane, e gli arabi Serendib (da cui deriva il termine serendipità). Quando i portoghesi arrivarono nell'isola nel 1505, fu chiamata Ceilão, da cui la traslitterazione inglese Ceylon (in italiano "Ceilan"). Nel 1972 il nome ufficiale del paese fu cambiato in "Repubblica libera, indipendente e sovrana dello Sri Lanka" . Il nome attuale deriva dalla parola sanscrita laṃkā, che significa "isola risplendente", termine già usato negli antichi racconti epici indiani Mahābhārata e Rāmāyaṇa.

Storia 

Il Picco d'Adamo I primi abitanti furono i vedda. I Singalesi giunsero nello Sri Lanka nel tardo VI secolo a.C.. Il Buddhismo fu introdotto inizialmente durante la metà del III secolo a.C., in contemporanea con uno sviluppo della civiltà con la creazione di città come Anurādhapura e Polonnaruwa (oggi importanti siti archeologici). Anche i tamil dall'India meridionale si stabilirono nell'isola, l'entità e l'epoca precisa dell'emigrazione sono tuttora oggetto di dispute, ma attorno al XIII secolo c'era una considerevole presenza tamil nella zona settentrionale dell'isola e molte comunità di pescatori lungo le coste. È però documentata, alla morte del re singalese Uṭṭiya di Anuradhapura, avvenuta nell'anno 286 dell'Era Buddista, un'invasione dei tamil provenienti dall'India del sud che, espugnata la capitale Anurādhapura, regnarono per numerose decine di anni, fino a che il sovrano tamil Elāra, dopo quarantaquattro anni di regno, fu sconfitto e ucciso da Duṭṭhagāmaṇi, del principato sudorientale di Rohuṇa (Rohaṇa), che divenne così il nuovo re dell'isola nell'anno 101 a.C. I tamil in Sri Lanka svilupparono una cultura distinta da quelli che si trovavano in India. I rapporti tra tamil (dell'India e dello Sri Lanka) e Singalesi furono complessi, talvolta pacifici, talvolta bellici, con invasioni in entrambe le direzioni e fusioni tra i due popoli. Dopo il regno Polonnaruwa, la capitale singalese fu spostata in diverse città nei secoli successivi. La capitale era a Sri Jayewardanapura Kotte quando le regioni costiere furono occupate dai Portoghesi nel XVI secolo. I portoghesi furono seguiti dagli olandesi nel XVII secolo. L'intera isola fu ceduta al Regno Unito nel 1796 e diventò una colonia della corona nel 1802. Ceylon divenne indipendente nel 1948. Il 26 settembre 1959 fu assassinato il primo ministro Solomon West Ridgeway Dias Bandaranaike, marito di Sirimavo Bandaranaike e padre di Chandrika Kumaratunga, entrambe diventate anni dopo primo ministro. Nel 1972 il nome venne cambiato in Sri Lanka e il parlamento spostato a Sri Jayewardanapura Kotte. Le tensioni tra la maggioranza singalese e la minoranza tamil sfociarono in violenze a metà anni ottanta in seguito a un attacco a soldati singalesi da parte delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam. Ciò portò a disordini, con la morte, in soli tre giorni, a Colombo di un migliaio di tamil, molti altri diventarono rifugiati. Decine di migliaia di persone morirono in questo conflitto etnico. Un'elaborazione al computer del movimento dello tsunami durante il maremoto dell'Oceano Indiano del 26 dicembre 2004 Nel dicembre 2001, dopo vent'anni di lotta, le Tigri Tamil e il governo hanno firmato insieme una tregua, con la Norvegia come mediatore del processo di pace. Le Tigri Tamil sono state dichiarate organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e il Regno Unito seguito dagli altri 26 paesi dell'Unione Europea, Australia, India e Canada. La presidentessa Chandrika Kumaratunga ha ammesso all'ONU che ci sono profonde discriminazioni radicate nella società singalese che portano al terrorismo ma finora non è stato messo in atto nulla per garantire l'uguaglianza alla popolazione tamil. Il 26 dicembre 2004 le coste meridionali e orientali dello Sri Lanka sono state devastate da un violento maremoto. Il bilancio sembra essere di circa 40.000 morti, anche se risulta difficile stabilire il numero esatto delle vittime. In seguito alla situazione di difficoltà creata dallo tsunami, gli scontri tra le Tigri Tamil e i militari si sono affievoliti enormemente, portando tutta la popolazione a gesti di generosità, pace e fratellanza. Purtroppo questa situazione di estremo shock è stata sapientemente utilizzata da una piccola cerchia di influenti uomini d'affari del paese per far approvare varie leggi dal carattere liberista che hanno portato a forti privatizzazioni sia di aziende che di terre. Proprio i nuovi piani regolatori delle zone costiere hanno impedito la ricostruzione delle case e dei porticcioli precedentemente distrutti dal maremoto a favore invece della costruzione di nuovi impianti turistici. La maggior parte della popolazione che fu accolta in campi temporanei nell'entroterra, non poté quindi più far ritorno nelle zone costiere d'origine, perdendo non solo le proprie terre ma anche la loro unica fonte di sostentamento ossia la pesca. Questi nefasti eventi hanno riacceso la miccia degli scontri etnici. In ogni caso la maggioranza dei tamil convive pacificamente con la maggioranza singalese presente all'interno del Paese. Invece i ribelli Tamil si trovano in assetto separatista ad est e, soprattutto, a nord. In quest'ultima regione, Tamil Eelam essi hanno costituito uno stato 'de facto' con propri organi di polizia, giustizia e fisco. Hanno appena 10.000 combattenti, confrontati con 250.000 governativi, ma sono finanziati dall'imponente diaspora tamil in America, Canada, Regno Unito e Australia. L'organizzazione militare, durante l'attacco a Colombo a fine marzo 2007, ha potuto contare anche sull'appoggio aereo di un imprecisato numero di velivoli leggeri Zlin Z-143 modificati per trasportare bombe. Tali velivoli appartenevano alle "Air Tigers", la componente aerea tamil che ne avrebbe avuto a disposizione un massimo di cinque. Le Tigri Tamil avevano già portato a termine con successo ardite incursioni navali con l'utilizzo di barchini esplosivi e attacchi kamikaze, ma queste operazioni aeree hanno mostrato un livello decisamente superiore rispetto a tutti gli altri movimenti insurrezionali che non sono mai riusciti a contrapporre un'"aviazione ribelle" a forze regolari. Al 2007 è in carica il presidente Mahinda Rajapaksa del Partito della Libertà, di impronta nazional-socialista e contrario alle concessioni nonché al federalismo del paese. Le Tigri Tamil vorrebbero un'ampia autonomia nella regione settentrionale, dove vi è la città di Jaffna, oggi considerata una roccaforte dei tamil. Se ottenessero l'indipendenza, dichiarerebbero lo stato del Tamil Eelam. Governativi e ribelli sono anche impegnati in azioni terroristiche a iniziativa bilaterale.

Politica

Il presidente della repubblica, eletto direttamente dai cittadini con un mandato di 6 anni, è sia capo di Stato sia capo del governo, oltre ad essere il comandante in capo delle forze armate. Il presidente è responsabile del suo operato di fronte al parlamento, che può rimuoverlo dall'incarico con un voto di due terzi dei componenti e il concorso della Corte Suprema. Il presidente nomina e dirige un consiglio di ministri. Il vicepresidente è il primo ministro, che guida il partito di maggioranza in parlamento. Il Parlamento dello Sri Lanka è unicamerale, composto da 225 membri eletti con un mandato di sei anni in base a un sistema proporzionale a suffragio universale. Il presidente può convocare, sospendere, o chiudere una udienza parlamentare e sciogliere il parlamento in qualsiasi momento se è in carica da almeno un anno. Il parlamento ha il potere legislativo. Lo Sri Lanka è un ex membro del Commonwealth.

Geografia

L'isola di Sri Lanka, in precedenza Ceylon, si trova nell'Oceano Indiano, con il Golfo del Bengala a nord-est, separata dal subcontinente indiano tramite il Golfo di Mannar e lo Stretto di Palk. Il ponte di Adamo, una stretta connessione di terra con l'India, che secondo la mitologia indiana fu costruito durante il regno di Rama, è in gran parte sommerso con solo una catena di secche calcaree che sfiorano appena il livello del mare. L'isola ha una forma a goccia ed è prevalentemente pianeggiante, le uniche montagne si trovano nella parte centro-meridionale di essa, tra le quali il Pidurutalagala, la cima più alta dello Sri Lanka con 2.524 metri di altezza e il monte Picco di Adamo. Il clima è equatoriale, e nell'isola è presente una foresta equatoriale che si estende nei territori pianeggianti. Tra i maggiori fiumi, più numerosi nella regione montuosa, il più lungo è il Mahaweli Ganga, che sfocia nell'oceano Indiano, seguito dal Kelani, che sfocia vicino a Colombo, dal Kala Oya e dall'Aruvi Uru che scorre a nord-ovest lungo una zona arida. La capitale commerciale è Colombo, ma il parlamento ha sede nella vicina Sri Jayewardanapura Kotte che è la capitale amministrativa. Altre città maggiori sono Jaffna, Galle, e Kandy.

Economia 

 Famoso per la cannella e soprattutto per il tè lo Sri Lanka, moderatamente socialista dopo l'indipendenza, negli ultimi vent'anni ha aumentato le privatizzazioni e si è mosso verso un'economia di mercato e un commercio orientato alle esportazioni. Il tè e la gomma sono ancora importanti nell'economia del paese ma i settori più dinamici sono l'industria alimentare, il tessile e il vestiario, le telecomunicazioni, quello assicurativo e quello bancario. Dal 1996 le piantagioni costituiscono solo il 20% delle esportazioni (93% nel 1970), mentre il tessile e l'abbigliamento costituiscono il 63%. Il PIL crebbe con una tasso medio annuale del 5.5% durante gli anni novanta finché una siccità e il deteriorarsi della sicurezza diminuirono la crescita al 3.8% nel 1996. L'economia si riprese nel 1997-2000 con una crescita media del 5,3%. Ma nel 2001 ci fu la prima contrazione nella storia del paese, dovuta a una combinazione di carenze di energia, gravi problemi di bilancio, la crisi economica globale, e il conflitto etnico in corso. Comunque, adesso, ci sono segnali di ripresa, dopo che il governo e le Tigri Tamil hanno firmato un cessate il fuoco nel 2002. La Borsa valori di Colombo ha avuto la più grande crescita del 2003 in Asia. Oggi lo Sri Lanka ha il più alto reddito pro-capite nell'Asia meridionale: 1350 US$, quasi il doppio dell'India. Nel corso del 2006 la crescita economica è stata del 7%, analogo è stato il rilancio del turismo.

Demografia 

Circa il 75% degli abitanti dello Sri Lanka appartiene alla maggioranza Singalese, che è prevalentemente buddhista e in particolare di tradizione Theravada. L'altro maggiore gruppo sull'isola è quello dei Tamil che costituisce il 18% della popolazione. I tamil sono prevalentemente induisti e vivono in maggioranza nella parte settentrionale e in quella orientale del paese. Sia il singalese che il tamil hanno lo status di lingue ufficiali sin dall'accordo fra India e Sri Lanka del 1989. Le lingue nazionali sono il singalese (sinhalese in inglese), il tamil e l'inglese, che è lingua largamente parlata e compresa. Tutte e tre le lingue sono utilizzate sia in ambito educativo sia amministrativo. Ma l'inglese vanta una posizione dominante nei rapporti commerciali. Con un alto tasso di alfabetizzazione del 92%, e il 66% della popolazione che ha frequentato le scuole superiori, lo Sri Lanka è la nazione sud-asiatica con il maggior numero di abitanti in grado di leggere e scrivere, e può vantare un primato fra i paesi in via di sviluppo. La scuola dell'obbligo, della durata di nove anni, è completata dal 90% degli studenti.

Religione ed etnie

Il buddhismo (70%) e l'induismo (15%) sono le religioni predominanti, seguite per diffusione dal cristianesimo (8%, 7% cattolici e 1% protestanti) e i musulmani (dei quali la maggioranza parla tamil, in maggioranza sunniti) (7%). Le minoranze etniche comprendono i Burgher (1%), di discendenza mista asiatico-europea, e i Wanniyala-Aetto o Veddahs, i pochi discendenti dei primi abitanti dell'isola. Nell'isola vi è anche una piccola minoranza zoroastriana, originaria dell'India (parsi) e giunta in Sri Lanka durante il periodo britannico.

Arte 

L'arte, negli ultimi secoli, è sempre stata improntata a un carattere sacro. Le due costruzioni tipiche furono il dagoba, un santuario contenente le reliquie del santo, a forma di campana, la cui entrata avviene tramite una gradinata fiancheggiata da due balaustre e vigilata da due guardiani di pietra che custodiscono la mitica pietra lunata, e il bodhi-gara, ossia un recinto decorato includente l'albero sacro, il bodhi, sotto il quale il Buddha raggiunse l'illuminazione. In Anuradhapura sono conservati i resti di un monastero alto nove piani, caratterizzato da una cupola di bronzo, invece a Sigiriya vi sono le tracce di una splendida reggia includente gli affreschi di 21 dame in corteo. Storia dello Sri Lanka Lo Sri Lanka possiede testimonianze storiche scritte che risalgono a circa 2.500 anni fa, e testimonianze archeologiche risalenti a oltre 125.000 anni fa. Cronache storiche sono state trovare su iscrizioni in pietra (sel lipi), su manoscritti (Hela Atuva) e nei grandi capolavori della letteratura indiana come il Mahabharata e il Ramayana. La più importante tra queste testimonianze storiche scritte è il Mahavamsa, il quale comprende il Dipavamsa e il Chulavamsa. L'isola nota ora come Sri Lanka era un tempo chiamata Sinhale o ancora Heladiava, ovvero isola (o terra) degli Hela, un popolo misto da diverse componenti naga, yaksha, deva e raksha.

Preistoria

Durante l'ultimo milione di anni, l'isola di Sri Lanka rimase collegato alla penisola indiana diverse volte, a causa del continuo abbassarsi ed alzarsi del livello del mare. L'ultima separazione avvenne circa 7.000 anni fa. Alcuni ritrovamenti archeologici hanno dimostrato la presenza umana sull'isola databile a circa 130.000 fa, ma esistono testimonianze di una presenza ancora più remota, risalente a 300.000 anni fa e addirittura forse a 500.000 anni fa. Gli insediamenti umani risalenti all'era Paleolitica sono stati trovati in alcune caverne nella zona delle pianure occidentali e nella regione centrale, con ritrovamenti di utensili in selce e quarzo. Si pensa che l'isola sia stata colonizzata dal popolo Balangoda (che ha preso questo nome dalla località dove sono stati fatti i ritrovamenti), circa 34.000 anni fa. Sembra si trattasse di una popolazione dedita alla caccia del periodo Mesolitico che viveva nelle caverne. Alcune di queste caverne, come quelle di Batadombalena e Fa-Hien hanno dimostrato che i loro abitanti furono i primi a insediarsi sull'isola in maniera stabile. I paleontologi hanno dimostrato tramite lo studio dei rituali di sepoltura e dalle decorazioni di alcuni artefatti, una forte similarità tra i primi abitanti dell'isola e le popolazioni dravidiche presenti nell'India meridionale. Il popolo Balangoda sembra essere stato responsabile della creazione delle pianure Horton, nella regione centrale, bruciando la boscaglia con lo scopo di facilitare la loro attività di caccia. Tuttavia, alcune scoperte fatte nei siti di Oats e Barley sembrano indicare che questa popolazione fosse anche dedita all'agricoltura. Ritrovamenti di alcuni piccoli oggetti di granito di circa 4 centimetri di lunghezza, di resti fuochi e di vasellame d'argilla, databili al Mesolitico sono stati fatti in recenti scavi nei pressi delle grotte di Varana Raja e di Kalatuwawa. La cannella, originaria dello Sri Lanka, era in uso nell'antico Egitto per le imbalsamazioni già dal 1500 a.C., e ciò suggerisce il fatto che dovevano esserci già allora dei collegamenti commerciali tra le due regioni. È possibile che la leggendaria Tarshish di cui parla la Bibbia si trovasse nell'isola. Lo studioso James Emerson Tennant la identifica con Galle. Un grande insediamento sembra sia stato costruito prima del 900 a.C. nel sito di Anuradhapura dove sono state trovate tracce risalenti all'Età del Ferro. L'insediamento all'epoca della sua fondazione era ampio circa 15 ettari, che divennero più tardi 50, fino a trasformarsi in una vera e propria città nel corso di duecento anni. Un insediamento simile è stato trovato ad Aligala negli scavi archeologici di Sigiriya. Uno dei primi riferimenti scritti all'isola è contenuto nel poema epico Ramayana dove si racconta la storia di Rama(una incarnazione del dio Hindu, Vishnu ). Rama invase l'isola con l'aiuto dell'esercito dei mitologici Vanara per salvare la sua sposa, Sita, rapita da Ravana, re dell'isola di Sri Lanka. Diverse testimonianze archeologiche fanno supporre che un sovrano di nome Ravana sia effettivamente stato signore dell'isola che governava dalla sua capitale. La grande maggioranza degli attuali abitanti dello Sri Lanka sono di origine indiana, tuttavia si suppone che la popolazione indigena del luogo si sia integrata con quella di origine indiana. Tuttavia esiste l'ipotesi che esista ancora una popolazione che mantiene la sua discendenza diretta con i primi abitanti dell'isola, ovvero dei Wanniyala-Aletto o Vedda che vivono nella parte nord-orientale dello Sri Lanka. Le antiche cronache del Dipavamsa e del Mahavamsa narrano che prima dell'arrivo della popolazione Indo-Ariana, l'isola fosse popolata da tribù di Yakka (demoni) e Naga (serpenti cobra), forse quei nomi si riferivano ai totem di quelle popolazioni.

Nell'antichità

La cronaca buddhista del Mahavamsa narra l'avvento sull'isola di Vijaya, il primo re singalese, nel 543 a.C. Il primo regno dell'isola (detto Regno di Tambapanni) ebbe come capitale Tambapanni ma più tardi si trasferì a Upatissagama ed in ultimo ad Anuradhapura. Vasellame trovato ad Anuradhapura mostra la presenza di scritture brahmi e non, risalenti al 600 a.C., suggerendo che la scrittura sia stata reintrodotta nel subcontinente indiano proprio dallo Sri Lanka. Antiche iscrizioni epigrafiche trovate ad Anuradhapura ed in altre località dello Sri Lanka, attestano la presenza di alcune importanti comunità etniche originarie del nord-ovest dell'India, come i Muridi o Muruda, i Meraya, ed altre ancora. Esistono anche riferimenti ad una comunità Dravidiana chiamata Damila. Esistono anche riferimenti a un gruppo chiamato Mileka, identificabili forse con le tribù autoctone dei Vedda. Fatto molto interessante è che le iscrizioni presenti ad Anuradhapura non facciano riferimento alcuno ai Sinhala, termine con il quale si indica la stirpe predominante Indo-Ariana della popolazione dello Sri Lanka. L'antico nome dei Singalesi, secondo la tradizione tramandata dal Mahavamsa, è Sihapura (Shimapura), provenienti dalla terra di Lala Rattha. La regione è stata identificata con l'attuale Gujarat, ovvero la Larika di cui parla Tolomeo. L'enciclopedista e storico arabo Al Biruni la indica con il nome di Lardesh. Nell'epica indiana esiste un riferimento epico ad un regno di Shimapura situato lungo il corso superiore dell'Indo, confinante con Ursa, Abhisara e Kamboja. La presenza dei Tamil sull'isola è testimoniata nelle cronache e nelle iscrizioni di tutto lo Sri Lanka. Il loro arrivo non è databile, ma deve essere successivo all'arrivo della comunita Dravidiana proveniente dal sud dell'India. Data la vicinanza dell'isola con la pianura di Dacca, etnie di diversa provenienza potrebbero averlo attraversato in momenti diversi della storia. Un ruolo rilevante nella definizione della cultura srilankese ebbe la missione del monaco buddhista Mahinda che arrivò nell'isola nel III secolo a.C. durante il regno del re Devānampiya Tissa. È generalmente accettato che prima dell'arrivo di Mahinda nello Sri Lanka non esisteva una religione organizzata[1], cosa che ne facilitò la rapida espansione insieme all'entusiasta partecipazione e promozione dello stesso sovrano. Il monaco Mahinda è considerato non solo il padre del buddhismo dello Sri Lanka, ma anche il padre della letteratura singalese[2]. I conflitti tra Tamil e Singalesi sono stati numerosi. È documentato come dopo un regno di dieci anni il re singalese Uṭṭiya morì nel 286 dell'Era Buddhista, dopo di che l'isola fu invasa da usurpatori Tamil che, occupata Anurādhapura, la regnarono con i re Sena e Guttika per ventidue anni e con il re Elāra per quarantaquattro anni[3]. Duṭṭhagāmaṇi, figlio di Kĩkavanna Tissa e di Vihāramahādevi di Magama, del principato sudorientale di Rohuṇa (Rohaṇa), sconfisse e uccise Elāra in battaglia e divenne il sovrano di Anurādhapura[4], rimanendolo tra gli anni 101-77 a.C. L'isola fu governata da dinastie singalesi fino al Ⅴ secolo d.C. quando, deceduto il re Mahānāma, sei sovrani tamil occuparono il trono di Anurādhapura, mentre Rohana rimase sotto il controllo singalese[5]. I tamil furono sconfitti da re Dhātusena, cui seguì un nuovo lungo periodo di dinastie singalesi, disturbate però nella prima metà del Ⅶ sec. dalla guerra civile che vide l'isola divisa tra diversi gruppi belligeranti sia singalesi che tamil, terminata dal re singalese Kassapa Ⅱ che regnò tra il 640 e il 650 d.C.[6]. Complessivamente però lo Sri Lanka visse un periodo tormentato a partire dalla metà del Ⅴ sec. fino al terzo quarto del ⅩⅠ sec. a causa di rivalità politiche interne, di lotte tra singalesi e tamil e delle invasioni dei Pāṇḍya e dei Coḷa dall'India meridionale[7]. Le sorti del paese cambiarono grazie a re Vijayabāhu I che riportò il dominio dell'isola sotto la sovranità singalese nell'XI secolo. L'età d'oro del regno di Sri Lanka fu il XII secolo, quando re Parakrama Bahu I unificò tutta l'isola sotto il suo comando e organizzò delle spedizioni per invadere l'India e Burma. Anuradhapura rimase la capitale del regno fino all'VIII secolo quando divenne capitale Polonnaruwa. Il regno di Sri Lanka era noto sia ai Greci che ai Romani che lo chiamavano Taprobane, forse da Tambapanni. Nel I secolo d.C. il re di Sri Lanka inviò una ambascia all'imperatore romano Claudio. L'isola fu nota anche ai Persiani ed agli Arabi con il nome di Serendib ed è presente nelle avventure del mitico Sinbad delle Mille e una notte. Dopo la conquista del Medio Oriente da parte degli Arabi, i mercanti musulmani visitarono con frequenza l'isola, dove si costituì una comunità musulmana dal X secolo d.C., il viaggiatore Ibn Battuta visitò lo Sri Lanka nel XIV secolo. Nel XV secolo l'isola fu attaccata dall'ammiraglio cinese Cheng Ho e per 30 anni l'isola dovette pagare il suo tributo all'imperatore Ming.

L'arrivo degli Europei

Il primo europeo ad arrivare nello Sri Lanka in epoca moderna fu il portoghese Francisco de Almeida nel 1505, il quale trovò l'isola divisa in sette regni in guerra fra loro ed incapace di difendersi dalle intrusioni straniere. I porti commerciali dell'isola erano tutti in mano straniera, prevalentemente musulmana. La politica dello Sri Lanka era aperta e tollerante verso ogni religione, le comunità di musulmani erano libere di fare i loro commerci e si amministravano autonomamente[8]. I portoghesi, che erano in competizione coi musulmani per il controllo dell'Oceano indiano, aprirono trattative diplomatiche col re di Kotte, considerato dagli europei come un grande feudatario. Fu così che i portoghesi costruirono un forte nel porto musulmano di Colombo nel 1517 e gradualmente estesero il controllo su tutta la zona costiera. Nel 1520 costruivano delle mura difensive contro la volontà del re di Kotte[9]. Nel 1592 i Singalesi spostarono la loro capitale verso l'interno nella città di Kandy, più difendibile dagli invasori, ma gli scontri con l'invasione europea durarono per tutto il XVI secolo. Nel 1597 i portoghesi prendevano il controllo del regno di Kotte e contemporaneamente occupavano le altre aree costiere dell'isola. Durante questo periodo il tiranno portoghese Azevedo assunse lo status di sovrano e costruì il suo palazzo lungo il fiume Kelani. I portoghesi costruirono numerose infrastrutture coloniali, come strade per agevolare il trasporto delle spezie. In questo modo alcune terre venivano agevolate, altre vennero tagliate fuori e miseramente abbandonate. Il sistema urbano regionale di Colombo era ormai completamente dipendente da Lisbona. Molte furono le conversioni al Cristianesimo degli isolani Singalesi, ma la maggioranza di fede Buddhista disprezzava l'arroganza dei portoghesi ed accolse con benevolenza un'altra potenza straniera che scacciasse la prima: nel 1602 il capitano olandese Joris Spilberg sbarcò sull'isola, ed il sovrano di Kandy gli chiese aiuto contro i Portoghesi. Ma gli olandesi attaccarono i portoghesi solo nel 1638 e Colombo cadde nel 1656. Dal 1660 gli olandesi ebbero il totale controllo dell'isola, fatta eccezione del regno di Kandy. Una volta ottenuto il dominio dell'isola, gli olandesi non si rivelarono migliori dei portoghesi, perseguitarono i singalesi di religione cattolica e applicarono tasse pesantissime. Nacque però una casta, frutto dell'unione di singalesi e olandesi, nota come i Burgher. Nel 1656 Colombo cadde in mano olandese, due anni dopo esercitavano il loro potere su tutta l'isola. Quando i rapporti col re di Kandi si incrinarono, gli olandesi si trovarono a controllare soltanto Colombo, Galle e Jaffna.

I britannici

Stemma della colonia britannica di Ceylon. Durante le Guerre Napoleoniche il Regno Unito, temendo che il controllo della Francia sui Paesi Bassi potesse consegnare ai francesi lo Sri Lanka, occupò militarmente le aree costiere dell'isola nel 1796 senza trovare resistenza e la chiamarono Ceylon. Dal 1798 fino al 1948 l'autorità alla guida dell'isola fu il Governatore britannico di Ceylon. Nel 1802 con il Trattato di Amiens la parte tedesca dell'isola venne formalmente ceduta ai britannici e divenne dominio della corona inglese. Nel 1803 i britannici invasero il regno di Kandy nella prima delle guerre Kandyane ma vennero respinti subendo pesanti perdite. Durante la seconda guerra Kandyana, la capitale Kandy fu occupata nel 1815 e l'indipendenza dell'isola fu perduta. Con la terza guerra Kandyana, nota anche come ribellione di Uva, dal nome di Uva, una delle province in cui era divisa l'isola, seguirono delle sanguinose repressioni tra il 1817 ed il 1818, che portò ad un trattato di pace nel 1818 con il quale il regno di Kandy diventava sovrano del regno britannico. Con la cosiddetta Wastelands Ordinance i contadini isolani vennero strappati alle loro terre che vennero confiscate e quindi ridotti alla fame. I britannici avevano infatti scoperto che le zone centrali dell'isola erano molto adatte per la coltivazione di piantagioni di caffè, tè e gomma. Dalla metà del XIX secolo il tè di Ceylon era un prodotto di largo consumo nei mercati britannici, portando enormi ricchezze nelle tasche della piccola casta di coltivatori bianchi del tè. Per lavorare nelle piantagioni vennero portati sull'isola un gran numero di Tamil dall'India meridionale, che arrivarono ben presto a coprire ben oltre il 10% della popolazione isolana. I britannici utilizzarono la tecnica di mettere i gruppi etnici autoctoni l'uno contro l'altro, essi favorirono i Burghers, per metà europei, e le caste più elevate degli autoctoni Singalesi. I Burghers ottennero una semi-autonomia politica e molti privilegi sociali, dal 1833. Solo nel 1909 l'isola ottenne una istituzione parlamentare semielettiva e solo nel 1931 fu istituito il suffragio universale, nonostante le forti proteste dei gruppi elitari delle varie etnie, contrarie al diritto di voto per la popolazione più umile.

La lotta per l'indipendenza

Nel 1919 venne fondato il Ceylon National Congress (CNC) con lo scopo di promuovere un movimento politico che lottasse per una maggiore autonomia dai britannici. Il partito si divise quasi subito in fazioni che riflettevano le differenze etniche e di casta. Paradossalmente nel 1930 lo stesso congresso votò una legge che aumentava le prerogative del governo coloniale ma venne costretto a ritirare i loro emendamenti dopo le forti pressioni del movimento delle Leghe Giovanili. Il partito di matrice marxista, il Lanka Sama Samaja Party (LSSP), nato dalle file delle Leghe Giovanili nel 1935, fu il primo partito a chiedere ufficialmente l'indipendenza dello Sri Lanka, i suoi deputati nel Consiglio di Stato, N.M. Perera e Philip Gunawardena, trovarono l'appoggio di rappresentanti più moderati come Natesa Iyer e Don Alwin Rajapaksa, collaborando insieme per chiedere la sostituzione della lingua britannica con quelle Singalesi e Tamil come lingue nazionali.

La seconda guerra mondiale

Durante la Seconda guerra mondiale lo Sri Lanka funse da base delle operazioni britannica contro i Giapponesi. A causa di una forte opposizione delle forze politiche isolane al coinvolgimento in guerra, gli esponenti dell'LSSP vennero arrestati dalle autorità britanniche. Il 5 aprile 1942 la Marina Giapponese bombardò Colombo ed i leader dell'LSSP riuscirono a fuggire. Molti di loro fuggirono in India ma altri, guidati da Robert Gunawardena, fratello di Philip, rimasero sull'isola per continuare la loro lotta indipendentista. Il distaccamento singalese nelle isole Cocos si ammutinò, sobillato dagli esponenti dell'LSSP, tre di essi furono fucilati, diventando gli unici soldati del contingente coloniale britannico ad essere condannati a morte durante la Seconda guerra mondiale. Alcuni esponenti del governo, intanto, ebbero degli incontri con i Giapponesi per trattare una alleanza con l'obiettivo di scacciare i britannici dall'isola, furono promotori di questi negoziati Junius Richard Jayawardene e Dudley Senanayake. I singalesi di Singapore e Malesi costituirono il Reggimento Lanka dell'Esercito Nazionale Indiano. Dopo la guerra
Il leader singalese Don Stephen Senanayake abbandonò il CNC per formare una nuova formazione politica lo United National Party nel 1946. Nelle elezioni politiche del 1947 l'UNC ottenne una piccola rappresentanza nel Parlamento e si unì in una coalizione insieme al Sinhala Maha Sabha di Solomon Bandaranaike, partito di etnia singalese, e con il Tamil Congress di G.G. Ponnambalam. L'indipendenza
Nel 1948 lo Sri Lanka ottenne lo status di dominion britannico a seguito di una negoziazione con l'esercito coloniale con la concessione che le basi del contingente britannico restassero sull'isola. Senanayake divenne Primo Ministro dello Sri Lanka. Alla sua morte, nel 1952, gli successe suo figlio Dudley Senanayake e nel 1953, dopo un duro colpo inferto alla politica dell'UNP con le sommosse di piazza e lo sciopero generale guidato dalla sinistra, Senanayake venne costretto a dare le dimissioni e cedere la carica a John Kotelawala. Nel 1956 l'UNP venne sconfitto alle elezioni dal Mahajana Eksath Peramuna, una coalizione che includeva lo Sri Lanka Freedom Party (SLFP) guidato da Solomon Bandaranaike e il Viplavakari Lanka Sama Samaja Party di Philip Gunawardena. Nel 1957 le basi militari britanniche vennero smantellate e lo Sri Lanka divenne ufficialmente un paese non allineato. Bandaraike istituì una alleanza politica con il leader Chelvanayagam del partito tamil Federal Party per garantire maggiore autonomia all'etnia Tamil, ma il suo tentativo venne osteggiato dalla marcia su Kandy organizzata JR Jayawardene dell'UNP. Ciò scatenò le proteste della minoranza Tamil che nel 1958 si trasformarono in vere e proprie sommosse. I partiti politici di destra guadagnarono un forte consenso costringendo Philip Gunawardena alle dimissioni, mentre Bandaranaike venne assassinato nel 1959. Il suo successore Wijayananda Dahanayake non fu in grado di mantenere unite le forze di governo e alle elezioni del maggio 1960 l'UNP vinse le elezioni ma senza una maggioranza effettiva per governare. Le nuove elezioni di luglio videro Sirimavo Bandaranaike, vedova del leader assassinato, vincere le elezioni alla guida dell'LSFP, diventando così la prima donna al mondo ad essere eletta capo di stato.

La guerra civile

Per approfondire, vedi la voce Guerra civile dello Sri Lanka. La guerra civile iniziò nel 1983 con la nascita delle Tigri Tamil, portando in vent'anni circa 65.000 morti e 1,5 milioni di sfollati. Nel dicembre 2001 le Tigri Tamil e il governo hanno firmato insieme una tregua, con la Norvegia come mediatore del processo di pace. Le Tigri Tamil sono state dichiarate organizzazione terroristica da Stati Uniti, Regno Unito, Australia, India e Canada. La presidente Chandrika Kumarutanga ha ammesso all'ONU che ci sono profonde discriminazioni radicate nella società singalese che portano al terrorismo ma, finora, non è stato messo in atto nulla per garantire l'uguaglianza alla popolazione Tamil.

Il maremoto del 2004

Elaborazione al computer del movimento dello tsunami durante il maremoto dell'Oceano Indiano del 26 dicembre 2004 Il 26 dicembre 2004 le coste meridionali e orientali dello Sri Lanka sono state devastate da un violento maremoto. Il bilancio sembra essere di circa 40.000 morti, anche se risulta difficile stabilire una cifra esatta.


www.sri-lanka.it

martedì 24 gennaio 2012

Panoramica delle Pale di San Martino



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Giappone

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Giappone
Giappone – BandieraGiappone - Stemma
(dettagli)(dettagli)
Giappone - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoStato del Giappone, Impero del Giappone
Nome ufficialeNihon-koku oppureNippon-koku
Lingue ufficialigiapponese (de facto)[1]
CapitaleTōkyō  (12.942.360 ab. / 2009)
Politica
Forma di governoMonarchia costituzionale(imperatore)
ImperatoreAkihito
Primo MinistroYoshihiko Noda
Indipendenza660 a.C. (fondazione dello stato)
Ingresso nell'ONUDal 18 dicembre 1956
Superficie
Totale377.835 km² (60º)
 % delle acque0,8 %
Popolazione
Totale127.288.419 ab. (2008) (10º)
Densità337 ab./km²
Geografia
ContinenteAsia
Fuso orarioUTC+9
Economia
ValutaYen giapponese
PIL (PPA)4.354.368 milioni di $  ()
PIL pro capite(PPA)34.000 $  (2010)  (19º)
ISU (2011)0,901 (molto alto) (10º)
Varie
TLD.jp
Prefisso tel.+81
Sigla autom.J
Inno nazionaleKimi ga yo ("Il Regno dell'Imperatore")
Festa nazionale11 febbraio
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Il Giappone (日本 Nihon o Nippon?, ufficialmente 日本国 Nihon-koku o Nippon-koku)[2] è uno Stato insularedell'Asia orientale.
Situato nell'Oceano Pacifico, si trova ad est di Mar del GiapponeCinaCorea del NordCorea del Sud e Russia; e si snoda dal Mare di Ohotsk nel nord, fino al Mar Cinese orientale e Taiwan nel sud. I caratteri che compongono il nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole nascente o il Paese del Sol levante.
Il Giappone è un arcipelago composto da oltre 3000 isole; le 4 isole più grandi sono: HonshūHokkaidōKyūshū eShikoku, che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone. Molte isole sonomontagne, alcune di origine vulcanica; per esempio, la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji è un vulcano attivo[3]. Con una popolazione di circa 128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima nazione più popolosa al mondo. La Grande Area di Tōkyō, che include la città di Tōkyō e numerose prefetture confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo, con oltre 30 milioni di residenti.
Ricerche archeologiche indicano che l'arcipelago è abitato dal Paleolitico superiore. La prima menzione scritta sul Giappone inizia con una breve apparizione in un libro di storia cinese del primo secolo a.C. Alle influenze provenienti dal mondo esterno seguì un lungo periodo di isolamento che ha caratterizzato profondamente la storia del Giappone. Fin dall'adozione dell'attuale Costituzione, il Giappone mantiene una monarchia costituzionale con un imperatore e un parlamento eletto, la dieta.
Tra le grandi potenze[4], il Giappone ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo e la terza maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale. Inoltre il Giappone è l'unica nazione asiatica del G8 ed attualmente è un membro non permanente delconsiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il Paese ha un moderno apparato militare utilizzato per l'autodifesa e per missioni di pace, ed ha riavuto il diritto di dichiarare guerra (cosa che dopo il 1945 non ha potuto fare).
Il Giappone è un paese sviluppato con uno standard di vita molto elevato (undicesimo a livello mondiale), inoltre i cittadini giapponesi hanno la maggiore aspettativa di vita al mondo e il tasso di mortalità infantile è il terzo più basso.[5][6]

Indice

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Storia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Storia del Giappone.

Era Jomon e Yayoi [modifica]

I primi segni di civiltà risalgono al XI millennio a.C. circa con la cultura Jōmon, caratterizzata dal mesolitico alneolitico da uno stile di vita semi sedentario cacciatore-raccoglitore e da una forma rudimentale di agricoltura.[7] Il popolo Jomon produceva vasi di argilla decorati, spesso con motivi realizzati premendo corde contro l'argilla umida. Alcuni dei più antichi esemplari di vasellame esistenti al mondo si trovano in Giappone.[8]
Il Periodo Yayoi, iniziato intorno al 300 a.C. segnò l'introduzione di nuove pratiche come la coltivazione del riso e la produzione di oggetti in bronzo e ferro, portate da immigrati dell'Asia continentale orientale.[9] Il Giappone compare per la prima volta in registrazioni scritte nell'Hou Hanshu cinese del 57 d.C., come «il popolo diWa, formato da più di un centinaio di tribù». Secondo il Libro di Wei cinese, il più potente regno giapponese nel III secolo era chiamato Yamataikoku ed era governato dalla leggendaria regina Himiko.

Era classica [modifica]


Il Grande Buddha nel tempio di Tōdai-ji,Nara, fuso originariamente nel 752.
Durante il periodo Kofun, dal III secolo al VII secolo, si stabilì un centro dominante politico basato nell'area di Yamato, da dove sorse la linea dinastica degli imperatori giapponesi.
Il Buddhismo fu importato in Giappone dal regno coreano di Baekje, a cui il Giappone fornì aiuto militare[10], ricevendo il supporto della classe governante. Il principe Shōtoku si impegnò a diffondere il Buddhismo e la cultura cinese in Giappone. Gli viene attribuito l'aver portato una pace relativa al Giappone attraverso la proclamazione della Costituzione di 17 articoli.
Cominciando con gli Editti di riforma di Taika del 645 la corte Yamato intensificò l'adozione di pratiche culturali cinesi e riorganizzò il governo e il codice penale basandosi sulla struttura amministrativa cinese dell'epoca.[11] Ciò preparò la strada al dominio della filosofia confuciana in Giappone fino al XIX secolo. In questo periodo venne utilizzata per la prima volta la parola Nihon (日本?) come nome per lo stato emergente.
Il periodo Nara dell'VIII secolo segnò il primo emergere di un forte stato giapponese, centrato intorno alla corte imperiale nella città di Heijō (odierna Nara). La corte imperiale si trasferì per un breve periodo a Nagaoka-kyō, e quindi a Heian Kyō (ora Kyōto).
Gli scritti storici del Giappone culminarono all'inizio dell'VIII secolo con le cronache epiche del Kojiki e del Nihon Shoki. Queste due cronache danno un resoconto leggendario delle origini del Giappone. Secondo esse il Giappone venne fondato nel 660 a.C. dall'imperatore Jinmu, un discendente della divinità shintoista Amaterasu (la dea del sole). Si dice che Jimmu sia l'antenato della dinastia imperiale, rimasta ininterrotta fino ai nostri giorni. Comunque secondo gli storici il primo imperatore realmente esistito fu l'imperatore Ōjin.

Illustrazione dal Genji Monogatari. L'originale è conservato al Tokugawa Museum in Giappone.
Durante il periodo Heian (794-1185) fiorirono artepoesia e letteratura autoctone, immortalate all'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu nel Genji monogatari (Il racconto di Genji), il più antico racconto ancora esistente. I reggenti del clan Fujiwara controllarono la politica dell'epoca.

Era medievale [modifica]


Il samurai Hasekura Tsunenaga, primo ambasciatore ufficiale giapponese alle Americhe e Europa, nel 1615.
L'era medievale giapponese fu caratterizzata dell'emergere di una classe nobile e colta di guerrieri, i samurai. Nel 1185 in seguito alla sconfitta dei nemici del clan TairaMinamoto no Yoritomo venne nominato Shōgun e stabilì la sua base di potere a Kamakura nel 1192. Dopo la morte di Yoritomo, un altro clan guerriero, il clan Hōjō, divenne reggente per gli shōgun. Loshogunato Kamakura riuscì a respingere le invasioni mongole nel 1274 e nel1281 con l'aiuto di una tempesta che venne interpretata dai giapponesi come un kamikaze o "Vento Divino". Lo shogunato Kamakura durò altri cinquant'anni e venne infine spodestato da Ashikaga Takauji nel 1333. Il successivo shogunato Ashikaga non riuscì a controllare i signori della guerra feudali (daimyō) e ciò provocò lo scoppio di una guerra civile. La guerra Ōnin (1467-1477) viene generalmente considerata come l'anticamera degli "Stati in guerra" o periodo Sengoku.
Nel XVI secolo commercianti e missionari portoghesi raggiunsero per la prima volta il Giappone, iniziando il periodoNanban ("barbari meridionali") di attivi scambi commerciali e culturali tra il Giappone e l'Occidente, introducendo anche la religione CattolicaOda Nobunaga conquistò numerosi altri daimyo utilizzando tecnologie e armi da fuoco europee ed era sul punto di unificare la nazione quando venne assassinato ("Incidente di Honnōji") nel 1582Toyotomi Hideyoshisuccedette a Nobunaga e unificò la nazione nel 1590. Hideyoshi tentò due volte di invadere la Corea ma venne ogni volta arrestato dalle forze coreane e della dinastia Ming cinese. In seguito a numerose sconfitte e alla morte di Hideyoshi le truppe giapponesi vennero ritirate nel 1597.

Periodo Edo [modifica]


Una Nave shuinsen del 1634. Questo genere di navi fu usato per il commercio con l'Asia.
Dopo la morte di Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu sfruttò la sua posizione di reggente del figlio di Hideyoshi, Toyotomi Hideyori, e i conflitti sorti tra i lealisti del clan Toyotomi, per ottenere il supporto di diversi signori della guerra da tutto il Giappone. Quando scoppiò la guerra aperta sconfisse i clan rivali nella battaglia di Sekigahara nel 1600. Ieyasu venne nominato shōgun nel 1603 e stabilì lo shogunato Tokugawa a Edo (la moderna Tōkyō).
Dopo aver sconfitto il clan Toyotomi all'assedio di Osaka nel 1614 e nel 1615 i Tokugawa divennero i governanti del Giappone, imponendo un sistema feudale centralizzato con lo shogun Tokugawa a capo dei domini feudali. Dopo la morte di Ieyasu, lo shogunato Tokugawa instaurò diverse misure per controllare i daimyo, tra cui la politica sankin-kōtaidi rotazione forzata della residenza tra i feudi e Edo. Nel 1639, lo shogunato iniziò la politica isolazionista del sakoku(«paese chiuso») che diede due secoli e mezzo di tenue unità politica conosciuto come periodo Edo. Questo viene spesso considerato come l'apice della cultura medievale giapponese. Lo studio delle scienze occidentali, conosciuto come rangaku, continuò in questo periodo mediante contatti con l'enclave olandese di Dejima a Nagasaki. Il periodo Edo vide la nascita del kokugaku, letteralmente «studi giapponesi», sebbene più correttamente rappresenti lo studio delle origini del Giappone da parte dei giapponesi stessi.[12] Yamaga Soko è uno stratega che sostenne i princìpi del Bushido. Le sue idee ebbero una forte influenza sui Quarantasette Ronin e il Sonnō jōi. Il lungo governo shogunale del bakufuirrigidì lo schema sociale dell'arcipelago giapponese. La classe dirigente era rappresentata dalla grande nobiltà terriera (Bushi), feudatari dipendenti direttamente dagli Shogun Tokugawa e suddivisi in DaimyoHatamotoGokenin e Bashin. Il territorio era suddiviso in dieci regioni:
  • Gokinai (le cinque province interne)
  • To kai do (strada per il mare orientale)
  • To san do (strada per i monti orientali)
  • Foku roku do (paese del territorio settentrionale)
  • San in do (strada per la zona ombrosa delle montagne)
  • San yo do (strada per la zona soleggiata delle montagne)
  • Nan kai do (strada per il mare meridionale)
  • Sai kai do (strada per il mare occidentale)
  • isola Iki
  • isola Tsushima
  • governo militare di Ezo (Hokkaido)

Giappone moderno [modifica]

Il 31 marzo 1854, il commodoro Matthew Perry e le "Navi Nere" della marina degli Stati Uniti forzarono l'apertura del Giappone all'Occidente con la Convenzione di Kanagawa. La guerra Boshin del 1867-1868 condusse all'abdicazione dello shogunato e alla restaurazione Meiji instaurando un governo centrato intorno all'imperatore. Il Giappone adottò numerose istituzioni occidentali, inclusi un sistema legale, un esercito moderno e un sistema parlamentare, quest'ultimo modellato su quello britannico, con Hirobumi Ito come Primo Ministro nel 1882.
Il periodo Meiji di riforme trasformò l'Impero del Giappone in una potenza mondiale, che si imbarcò in diversi conflitti militari per aumentare il suo accesso alle risorse naturali e la sua influenza su Corea e Cina, come la prima guerra cino-giapponese (1894-1895) e la guerra russo-giapponese (1904-1905). Con quest'ultima per la prima volta una nazione asiatica sconfisse una potenza europea. Nel 1910 il Giappone controllava la Corea e la metà meridionale di Sakhalin. L'anno successivo i trattati ineguali firmati dal Giappone con le potenze occidentali vennero cancellati.
L'inizio del XX secolo vide un breve periodo di "democrazia Taisho", messa in ombra dalla crescita dell'espansionismo giapponese e della militarizzazione. La prima guerra mondiale permise al Giappone, che combatté al fianco degli Alleati vittoriosi, di espandere la sua sfera di influenza in Asia e i suoi possedimenti coloniali nel Pacifico. Nel contempo, solamente l'ultimatum di Gran Bretagna e Stati Uniti fecero desistere il Giappone dal trasformare la Cina in un suo vassallo ("Lista delle ventun richieste"). Nel 1920 il Giappone si unì alla Lega delle Nazioni divenendone un membro del consiglio di sicurezza, ma nel 1933 ne uscì in seguito alle critiche per l'occupazione della Manciuria del 1931. Nel 1936 firmò il patto anti-Comintern con la Germania nazista, unendosi all'Asse nel 1940 (Patto tripartito).
Il Giappone attaccò il resto della Cina nel 1937, iniziando così la seconda guerra sino-giapponese. In risposta alle sue azioni, alcuni Stati occidentali, tra cui principalmente gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Paesi Bassi, imposero un embargo delle forniture di petrolio e altre sanzioni. Il 7 dicembre 1941 l'aviazione giapponese, senza dichiarazione di guerra, attaccò la base navale statunitense ancorata a Pearl Harbor, nelle Hawaii, e la distrusse in gran parte. Quest'azione fece entrare nella seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, che quattro giorni dopo ricevettero la dichiarazione di guerra da Germania e Italia.
Con progressione costante le forze giapponesi furono respinte o distrutte. Man mano che gli Stati Uniti si portavano sempre più vicini al Giappone furono in grado di sferrare un numero sempre più alto di bombardamenti strategici su città come Tōkyō e Osaka, culminati infine con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Questi attacchi uccisero diverse centinaia di migliaia di giapponesi e portarono al termine della guerra. A seguito di ciò, il 2 settembre 1945 il Giappone accettò una resa incondizionata. Venne organizzato un tribunale militare per perseguire i leader giapponesi percrimini di guerra. Altri criminali di guerra vennero giudicati in tribunali locali dell'Asia e del Pacifico. L'Imperatore Hirohitoricevette l'immunità e mantenne la posizione di imperatore.
Molti storici criticano il lavoro fatto dal generale Douglas MacArthur e dai suoi collaboratori per esonerare l'Imperatore Hirohito e tutti i membri della famiglia imperiale coinvolti nella guerra come i principi Yasuhito ChichibuTsuneyoshi TakedaYasuhiko AsakaNaruhiko HigashikuniKotohito Kan'in e Hiroyasu Fushimi.[13][14]
Herbert Bix sostiene inoltre che "le misure straordinarie adottate da MacArthur per salvare Hirohito dall'essere processato come criminale di guerra ebbero un duraturo e profondo impatto distorsivo sulla comprensione della guerra da parte dei giapponesi", e che "nei mesi dopo che il processo di Tōkyō iniziò, i più elevati sottoposti di MacArthur stavano lavorando per attribuire la sostanziale responsibilità per Pearl Harbor a Hideki Tojo".[15] Shuichi Mizota, l'interprete dell'ammiraglio Mitsumasa Yonai, ha dichiarato che Bonner Fellers incontrò l'ammiraglio il 6 marzo 1946 e gli disse: "sarebbe più conveniente se da parte giapponese ci arrivasse la prova che l'Imperatore è completamente innocente. Credo che l'incombente processo offra la migliore opportunità di farlo. Su Tojo, in particolare, dovrebbe gravare il peso di tutta la responsabilità in questo processo".[16][17] Nel 1951 fa il Patto di San Francisco con gli Stati Uniti. Per John Dower, un altro storico americano, "la riuscita campagna per assolvere l'Imperatore dalle responsabilità di guerra non conobbe limiti. Hirohito non fu solo semplicemente presentato come innocente di ogni atto formale che avrebbe potuto renderlo indiziato come criminale di guerra. Egli fu trasformato in una figura quasi santa senza la minima responsabilità morale per la guerra", "con il pieno supporto del quartier generale di MacArthur, l'accusa, in effetti era come una squadra di difensori dell'imperatore".[18]
La guerra costò al Giappone milioni di vite e distrusse la maggior parte della struttura industriale e infrastrutturale. Nel 1947 il Giappone adottò una nuovacostituzione pacifista, cercando la cooperazione internazionale, enfatizzando i diritti umani e le pratiche democratiche. L'occupazione statunitense durò ufficialmente fino al 1952; nel 1956 il Giappone divenne membro delle Nazioni Unite. Grazie a un programma di sviluppo industriale aggressivo e con l'assistenza degli Stati Uniti, l'economia giapponese crebbe rapidamente fino a diventare la seconda più grande economia del mondo, con un tasso di crescita medio del 10% per quattro decadi. Questa crescita si arrestò negli anni novanta, quando soffrì una grave recessione. A partire dal 2001 il Giappone ha ripreso a crescere grazie alle riforme dell'ex premier Junichiro Koizumi, ed ha anche riacquistato prestigio militare, affiancando gli USA nella guerra al terrorismo.
In data 11 marzo 2011, il Giappone ha subito il terremoto più forte mai registrato nella sua storia, con epicentro a 130 km al largo di Sendai.

Geografia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi le voci Geografia del Giappone e Isole del Giappone.

Mappa topografica del Giappone
L'arcipelago giapponese è al largo delle coste orientali asiatiche, fra il mar del Giappone a ovest, il mar cinese orientale a sud-ovest e l'oceano pacifico a nord; è formato da quattro isole principali (da nord a sud: HokkaidoHonshuShikoku,Kyushu) e da 3400 isole minori e isolotti, che formano un arco lungo circa 3000 km che si apre verso nord-ovest. Il territorio giapponese è prevalentemente montuoso, le poche pianure si trovano sulla costa. Le montagne formano l'ossatura di tutto il paese. Il sistema principale è costituito dalle Alpi Giapponesi situate al centro di Honshu a cavallo di una fossa tettonica. Molte vette sfiorano i 3000 metri e hanno forme spigolose (la vetta più alta è il monte Fuji-yama 3776m) Le pianure sono situate lungo la costa o lungo le vallate interne. La pianura Kanto è la più vasta del Giappone. Il luogo, inoltre, è ad altissimo rischio sismico; quindi, sono quasi quotidiani e molto frequenti, terremoti e maremoti, che spaventano sempre di più la popolazione. Vivere in quest'isola è molto complicato, perché bisogna tenere conto anche delle conseguenze pericolose che possono accadere.

Demografia [modifica]

Il Giappone ha una popolazione di 127 770 794 abitanti. Avendo una superficie di 372.824 km² ha una densità abitativa di circa 343 abitanti/km², di quasi sette volte superiore alla media mondiale. La popolazione è distribuita in megalopoli, la maggiore delle quali ha il suo centro nella capitale Tōkyō. Quest'ultima ospita 8 535 792 abitanti nella prefettura omonima, ma il tessuto urbano ininterrotto che la collega alle città circostanti conta più di 35 milioni di abitanti.
I principali gruppi etnici in Giappone sono: 99,4% giapponesi e 0,6% altri, prevalentemente coreani (il 40,4% dei non-giapponesi), cinesi e filippini.
Le religioni principali sono lo Shintoismo e il Buddismo con il 90,8%; i cristiani sono una minoranza di 1,2% e le altre religioni con l'8%.[19] Vi sono piccole comunità di musulmani, perlopiù immigrati. La religione in Giappone tende verso il sincretismo. Va comunque detto che i giapponesi non considerano il matrimonio come un atto totalmente religioso, ed amano celebrare più di un rito, di solito il primo ed ufficiale di stampo buddista/shintoista, ed un secondo di modello cristiano/occidentale. Molte coppie tendono a spostarsi all'estero proprio per ufficiare questo secondo rito, soprattutto nelle chiese o municipi europei, in isole del Pacifico (in particolare le Hawaii) o in California.
Il tasso di mortalità è fra i più bassi al mondo (9.54/1000 ab), ma il tasso di natalità altrettanto limitato (7.64/1000 ab) determina una diminuzione effettiva della popolazione e un suo progressivo invecchiamento. Già oggi un giapponese su quattro ha più di 65 anni, e si stima che nel 2050 questo rapporto salirà ad un terzo.

Lingue [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Lingue nipponiche.
La lingua nazionale è il giapponese, parlato dalla quasi totalità degli abitanti nati in tale arcipelago, anche se sopravvive un piccolo gruppo di etnia Ainu. Il Paese non ha però una lingua ufficiale.

Economia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Economia del Giappone.
A partire dal 1868 iniziò la prima espansione economica del Giappone, grazie all'Imperatore Mutsuhito. Il Paese adottò le idee anglosassoni del libero mercato, molti giapponesi iniziarono a studiare all’estero e viceversa. In quel periodo sorsero alcune delle maggiori aziende del Paese, che così già all’inizio del Novecento divenne il più sviluppato dell’Asia.
Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone fu protagonista di un “miracolo economico”: il suo prodotto interno lordo crebbe in media del 10 per cento negli anni sessanta, del 5 per cento nei settanta e del 4 negli ottanta.[20] La crescita rallentò fortemente negli anni novanta, con lo scoppio della bolla speculativa e l’emersione di alcune debolezze locali sul mercato interno, in politica, nei settori bancario e finanziario e nei conti pubblici (il debito pubblico giapponese ammonta al 189 per cento del PIL[21]). Il Paese tentò anche di riprendersi leggermente, almeno fino al collasso delle dot com nel 2000.[22] Dopo il 2005 l’economia ha ricominciato a crescere del 2,8 per cento, fino a punte del 5,5 negli anni immediatamente successivi, più degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.[23]
Oggi il Giappone è la seconda potenza economica dell’Asia, e la terza[24] al mondo dopo Stati Uniti e Cina, sia per PIL nominale che a parità di potere d'acquisto.[25] Attualmente è un Paese postindustriale, in cui due terzi del reddito provengono dal terziario (banche, assicurazioni, settore immobiliare, commercio, trasporti, comunicazione, costruzioni, intrattenimento).[26] L’industria è tra le più imponenti ed avanzate al mondo, ed è dominata da due settori chiave, la produzione di automobili[27] e l’elettronica di consumo,[28] seguite dai settori siderurgicochimicofarmaceutico, della gommapetrolchimicocantieristico,motociclisticomicroelettronicovideoludicotessilealimentare, del legno, dei laterizi, del tabacco e degli strumenti musicali.[22] Nel Paese si trovano sia grandi multinazionali (ToyotaHondaSonyPanasonicToshibaSharpCanonNintendoBridgestoneJapan TobaccoNTTNippon SteelNippon Oil)[29] sia piccole e medie aziende. Inoltre hanno sede alcune delle maggiori banche mondiali, e la Borsa di Tokyo, seconda al mondo per capitalizzazione.[30] Più limitato è il ruolo dell'agricoltura (riso, té, patate, ortaggi) e dell'allevamento, mentre la pesca locale è seconda al mondo dopo quella della Cina.
Nel 2001 il Giappone contava su una popolazione attiva di 67 milioni di persone,[31] e solo il 4 per cento degli adulti è disoccupato. Nonostante il reddito pro capite dei giapponesi sia ancora 19º al mondo[32] e il salario orario sia il più alto in assoluto,[33] il paese deve fare i conti con l’aumento della povertà (20 milioni di persone).
Le esportazioni del Giappone ammontavano a 4210 dollari pro capite nel 2005, e sono rappresentate in primo luogo da automobili e prodotti elettronici. I suoi principali clienti sono: Stati Uniti 22.8%, Unione Europea 14.5%, Cina 14.3%, Corea del Sud 7.8%, Taiwan 6.8% ed Hong Kong 5.6%. Il Paese importa soprattutto materie prime agricole e minerarie, da: Cina 20.5%, Stati Uniti 12.0%, Unione Europea 10.3%, Arabia Saudita 6.4%, Emirati Arabi Uniti 5.5%, Australia 4.8%,Corea del Sud 4.7%, Indonesia 4.2%.[34]

Clima [modifica]

Il clima del Giappone è generalmente temperato ma varia a volte in modo sensibile da nord a sud. La stagione delle piogge inizia a maggio ad Okinawa. Fondamentalmente è possibile dividere l'arcipelago in sei distinte zone:
  • Hokkaidō - situata all'estremo nord della regione, ha inverni rigidi ed estati fresche con clima prevalentemente montano. Le precipitazioni sono normali, tranne in inverno in cui le isole vengono solitamente sepolte dalla neve.
  • Mar del Giappone - ad ovest, in inverno vi sono forti nevicate causate dai venti che in estate espongono a brezze fresche la regione. In ogni caso le temperature possono raggiungere a volte picchi elevati (tipico delle regioni toccate dal Föhn).
  • Isola centrale - clima tipico delle parti più interne delle isole, con forti sbalzi di temperatura dall'estate all'inverno e dal giorno alla notte. Poche precipitazioni.
  • Seto Naikai - la zona marina tra HonshūShikoku e Kyūshū viene riparata dai monti Chūgoku e Shikoku dai venti caratterizzando l'area con un clima particolarmente mite durante tutto l'anno.
  • Oceano Pacifico - la costa est in cui gli inverni sono rigidi con poche precipitazioni e estati calde e afose.
  • Isole a sud ovest - zona caratterizzata da un clima subtropicale con inverni caldi e estati torride. Le precipitazioni sono abbondanti e sovente si abbattono tifoni.
Ecco qui di seguito una tabella che indica le temperature e le precipitazioni di Tōkyō.[35]
mese →GenFebMarAprMagGiuLugAgoSetOttNovDicAnno
Temperatura massima media (°C)991318222529312721161219,3
Temperatura minima media (°C)-10391318222320137210,7
Piogge (mm)516910812814317214114921619296531518

Cultura [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Cultura giapponese.
La cultura giapponese ha subito molte modifiche nel corso dei secoli, cambiando da quella originaria (risalente al periodo Jōmon), fino a quella contemporanea, che combina influenze asiatiche, europee e statunitensi. L'arte tradizionale giapponese include le arti dell'ikebana, dell'origami, dell'ukiyō-e, delle bambole, delle lacche, e delle ceramiche; il teatro (bunrakudanzakabuki e rakugo); le tradizioni (i giochi, la cerimonia del tè, il budo, l'architettura, i giardini e le spade); e la cucina. La fusione della pittura tradizionale giapponese e di quella occidentale ha dato vita ai manga, il fumetto tradizionale del Giappone, diventato famoso anche nel resto del mondo. I cartoni animati influenzati dallo stile dei manga vengono chiamati anime. I videogiochi giapponesi hanno iniziato ad avere grande successo a partire dagli anni ottanta, grazie soprattutto all'opera di Nintendo, che si è lanciata con successo in questo mercato, seguita poi da SonySEGAKonami ed altre aziende negli anni novanta.
Avendo preso in prestito dalle vicine culture strumentiscale e stili, la musica giapponese è particolarmente eclettica. Molti strumenti musicali come il koto vennero introdotti nel IX e X secolo. L'accompagnamento del teatro  nasce nel XIV secolo, e la musica popolare folcloristica con lo shamisen nel XVI secolo. La musicaoccidentale venne introdotta nel secolo XIX, ed è ormai diventata parte integrante della cultura. Il Giappone del dopoguerra venne fortemente influenzato dallemusiche americane ed europee, dando vita alla cosiddetta J-Pop.
Tra i primi manoscritti della letteratura giapponese i più importanti sono il Kojiki, il Nihon Shoki, e il Man'yōshū, raccolta di poesie del secolo VIII. Tutti vennero scritti in caratteri cinesi. All'inizio del periodo Heian venne creato il sistema di trascrizione fonetica detto kana (formato da hiragana e katakana). La Taketori monogatari (竹取物語? "Storia di un tagliabambù") è considerato il primo racconto della letteratura giapponese. Una descrizione della vita di corte dell'epoca Heianviene data da Sei Shōnagon nel Makura no sōshi (枕草子? "Note del Guanciale"), mentre il Genji monogatari (源氏物語? "Storia di Genji") di Murasaki Shikibu è considerato il primo romanzo nel mondo.
Durante il periodo Edo la letteratura divenne l'arte dei chōnin (lett. gente di città), la gente ordinaria. Non era più, quindi, prerogativa degli aristocratici. Il cosiddettoYomihon, ad esempio, divenne famoso, dando prova di questo cambiamento. Il periodo Meiji segnò il declino delle forme tradizionali della letteratura; infatti è proprio in questo periodo che la letteratura giapponese integrò le influenze occidentali. Natsume Soseki e Mori Ōgai furono i primi scrittori della letteratura giapponese moderna. Vennero seguiti da Akutagawa RyunosukeTanizaki Jun'ichirōKawabata YasunariMishima Yukio fino ad arrivare a Murakami Haruki e Banana Yoshimoto. Il Giappone vanta due scrittori vincitori di un Premio NobelKawabata Yasunari (1968) e Ōe Kenzaburō (1994).

Istruzione [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Istruzione in Giappone.
Nella maggior parte delle scuole giapponesi si indossa una divisa scolastica. Hanno un obbligo scolastico di 9 anni (le scuole elementari durano 6 anni), il 22% della popolazione è laureata e, praticamente, non vi sono analfabeti.

Ambiente [modifica]


Baia di Ago e le montagne Takamidall'osservatorio Kirigaki, Shima.
In Giappone è presente una grande varietà di tipi di vegetazione che passa dalla sub artica a quella tropicale. La foresta copre circa il 70% del territorio; il Giappone, infatti, è al secondo posto come percentuale di verde dopo la Finlandia. Nelle zone di media montagna (RACHY C.) e in quelle costiere (AGA C.) si trovano foreste temperate, mentre nelle zone montuose sono situate le foreste boreali di conifere. Tra i 400 e i 1500 metri si trova spesso la brughiera giapponese (Hara): un insieme di conifere.
Trattati internazionali ambientali sottoscritti:

Parchi nazionali [modifica]

Storia della preservazione ambientale [modifica]

La politica di preservazione ambientale del Giappone risale all'era Tokugawa (circa 1603-1867) e seguì una strategia top-down (letteralmente "dall'alto verso il basso")[36] di cui si fece promotore lo shogun stesso.
In quel periodo, infatti, il Giappone viveva un periodo di pace e prosperità che aveva ben presto portato ad un eccessivo sfruttamento delle risorse forestali del paese. Questo si deve principalmente a cinque fattori:
  • l'isolamento vissuto in quel momento dal paese, che lo costringeva all'autosufficienza anche per il legname.
  • l'uso del legno per le costruzioni (sia delle modeste abitazioni popolari sia per le residenze aristocratiche) in un momento di boom edilizio.
  • la frequenza degli incendi in quartieri contraddistinti da case ammassate e densamente popolate.
  • l'uso della legna come combustibile.
  • il disboscamento di nuove aree per ricavarne terreni coltivabili (aumento della domanda di beni alimentari) e l'utilizzo di materiale boschivo (foglie, piccoli rami) come concime.
Il disboscamento ebbe la sua acme, assieme al boom edilizio, nel periodo 1570-1650. Lo shogun arrivò a ordinare l'abbattimento delle foreste in tutto il paese (e non solo sulle sue proprietà) per poter realizzare le sue residenze e pretese da ogni daimyo un tributo in legname: restarono intatte solo le zone meno accessibili e la parte nord dell'isola di Hokkaidō. La forte richiesta di legno arrivò persino a scatenare tensioni sociali, non solo per accapparrarsi le risorse rimaste, ma anche per stabilire i prezzi e le modalità del trasporto.
La gravità della situazione venne messa a nudo dal grande incendio del 1657 e gli shogun dell'epoca reagirono esortando alla parsimonia nello stile di vita (limitazioni nel fasto delle case) e imponendo delle rigide regole allo sfruttamento delle foreste. Già nel 1666 venne vietato il taglio degli alberi, incentivato il rimboschimento e un editto dello shogun metteva in guardia contro l'erosione, la deforestazione e l'impoverimento dei suoli. Dal 1700 fu attivo un articolato corpo di leggi per la gestione forestale (demandata al Ministero delle Finanze), che prevedeva anche una capillare rete di gestione sul territorio con diversi ambiti e gradi di responsabilità (chi poteva rilasciare il permesso di taglio, quanto tagliare, chi era demandato al controllo etc.). Inoltre, lungo le strade principali e i fiumi, vennero istituiti dei posti di guardia per assicurarsi che tutto il legname in transito avesse rispettato le leggi.
Venne ridotto l'impiego di legname nelle costruzioni e anche per il riscaldamento delle abitazioni (sostituito dal carbone); si ridusse il rischio di incendi.
La misure certamente più importanti, però, riguardarono la selvicoltura, considerata un vero e proprio investimento a lungo termine: fiorirono i trattati al riguardo e numerosi furono gli imprenditori che vi si dedicarono, nonché il governo stesso. In questo modo estese aree del Giappone vennero destinate alle piantagioni forestali.
Oggi, nonostante l'alta densità, il Giappone ha un territorio coperto per il 70% circa di montagne, ricoperte di foreste e poco popolate. Le aree boschive sono ben protette e gestite, e sono in ulteriore espansione.

Sport [modifica]

All'inizio del XX secolo il Giappone ha dato vita ad una serie di arti marziali denominate Budō, molto in voga tra i guerrieri. Queste includono il Karate, il Jūjutsu, ilNinjutsuJudo, l'Aikido e il Kendō. Il Sumo viene inoltre considerato il più caratteristico sport nazionale giapponese, con i suoi enormi lottatori che si sfidano in piccole arene circolari.

Il Koshien Stadium. Lo stadio da baseball diNishinomiya 2007
Solo dopo l'era Meiji molti sport occidentali entrarono a far parte della cultura giapponese, alcuni di questi inseriti dapprima come materia di studio nelle scuole e successivamente metabolizzati come discipline ludiche.
Il baseball (chiamato 野球 yakyū) ad esempio è uno dei giochi più popolari in Giappone, dove la prima squadra professionale fu istituita nel 1937. Il massimo campionato è denominato Lega Professionale Giapponese ed è suddiviso in due leghe. La nazionale giapponese rappresenta il Giappone nelle competizioni internazionaliorganizzate dalla IBAF.
Invece, per quanto riguarda il calcio, la J-League professionistica è nata soltanto nel 1992. Molto popolari sono anche la pallavolo, che ha visto la squadra femminile vincitrice del torneo olimpico nel 1964, il rugby (il Giappone sarà il paese ospitante della Coppa del mondo 2018) e il motociclismo. Abbastanza diffusi sono anche la pallacanestro, il pugilato, il nuoto (alcuni nuotatori giapponesi sono tra i più competitivi al mondo, come ad esempio Kosuke Kitajima, che ha conquistato quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi e tre medaglie d'oro ai Campionati Mondiali di Nuoto nei 100 e 200 metri rana) la ginnastica artistica e l'atletica leggera.
Il Giappone festeggia il Taiiku no hi (体育の日), ovvero la giornata dello sport e della salute, il 10 ottobre in commemorazione della XVIII Olimpiade (1964). Altri eventi degni di nota sono stati gli XI Giochi olimpici invernali del 1972 a Sapporo, i XVIII Giochi olimpici invernali di Nagano e i Mondiali di calcio del 2002 organizzati in collaborazione con la Corea del Sud.
Oltre alle attività sopra elencate, in Giappone sono estremamente diffusi gli sport da ring, in particolare il k-1, infatti è in questa nazione che sono stati fondati i più importanti tornei al mondo: il K-1 world max e il K-1 world GP.
Il wrestling in Giappone è considerato uno sport vero e proprio con spazi sulle riviste e giornali sportivi del paese, il termine con cui ci si riferisce ad esso è Puroresu (la trascrizione di Pro Wrestling); la prima federazione, la Japan Pro Wrestling, fu fondata nel 1953 da Rikidozan: da questa federazione provengonoAntonio Inoki e Giant Baba, fondatori delle federazioni New Japan Pro Wrestling e All Japan Pro Wrestling e per anni avversari. Nel panorama attuale oltre a queste federazioni (ad eccezione della JPW chiusa nel 1973) le più importanti sono la NOAH, la Dragon Gate, la Zero1 Max e la Big Japan Wrestling, oltre a queste ci sono miriadi di federazioni minori. Nel panorama wrestling giapponese un grande spazio hanno le federazioni di Joshi Puroresu, wrestling femminile; queste federazioni sono parecchie.

Televisione [modifica]

Il 13 maggio 1939[37] fu effettuato il primo esperimento di trasmissione via radio, mentre le trasmissioni regolari iniziarono il 1º febbraio 1953[38].
Sei sono le emittenti tv principali:
Altre importanti stazioni di trasmissioni televisive sono:
Ad esse fanno capo diverse TV locali legate alle varie prefetture.

Arte [modifica]

Con l'arrivo della civiltà occidentale non si può più parlare di un'arte autonoma, ma l'arte giapponese si inserisce vigorosamente nelle più moderne correnti artistiche, specie architettoniche.
Per quanto riguarda le arti tradizionali giapponesi, che sono tutte permeate dalla filosofia Zen, esse hanno costituito per secoli un unicum che non ha corrispondenza in occidente. Sono giunte fino a noi pressoché intatte e sono tuttora vive e vitali. Sono praticate in tutto il mondo da decine di migliaia di persone ed hanno costituito un vettore essenziale della conoscenza all'estero della cultura giapponese. Tutte sono fondate sul principio della "via" (dō) cioè su un cammino interiore da percorrere per giungere all'illuminazione. Ma al di là della loro valenza filosofica, hanno comunque un contenuto estetico che può essere percepito autonomamente. Queste forme espressive costituiscono il nucleo più autentico della cultura giapponese e ad esse i giapponesi sono stati e sono molto legati. Elemento costante e centrale di esse è la rappresentazione istantanea della bellezza, espressa, il più sinteticamente possibile, con il segno, la forma o il gesto. Le più note sono: il cha no yu (o sadō) la via del tè, l'ikebana (o kadō) la via dei fiori, lo shodō la via della calligrafia, il ko-do la via dell'Incenso.
Una menzione a parte per la corrente artistica del Mono-Ha, originatasi sul finire degli anni sessanta, per mano di un gruppo di artisti concentratisi sull'aspetto effimero e impermanente di oggetti ed eventi, messi in relazione allo spazio, all'uomo ed alla realtà.

Letteratura moderna [modifica]

Durante l'era Meiji si ebbe il declino della letteratura classica e poco per volta gli scrittori adottarono temi e stili prettamente occidentali. I primi scrittori "moderni" che si possono citare sono Mori Ōgai e Natsume Sōseki, seguiti da Akutagawa RyunosukeTanizaki Jun'ichirō e Mishima Yukio.
Il Giappone può vantare due Premi Nobel per la letteratura:
Tra gli scrittori contemporanei conosciuti e pubblicati in Italia spiccano fra gli altri Banana Yoshimoto (KitchenHoneymoonH/HTsugumiArcobalenoAmrita), eMurakami Haruki (Norwegian WoodUndergroundLa ragazza dello Sputnik).

Musica [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Musica giapponese.
Accanto all'arte aulica e sacra esisteva però un'espressione popolare basata su una scala di 12 suoni cromatici, la cui costruzione risale al 1500 a.C.
Dal sistema dei 12 toni si sviluppa però la possibilità teorica di estendere il numero delle disposizioni variamente trasportate e alternate fino a 84 scale diverse in seguito dal XIV al XVI secolo, la musica strumentale, corale e la danza danno luogo a primitive e popolari rappresentazioni sceniche eseguite ancora oggi con gli strumenti originali: il koto (simile al salterio), la biwa (specie di liuto), la shamisen (chitarra a 3 corde a plettro) oltre agli strumenti a fiato e a percussione.
Per molto tempo i musicisti giapponesi si sono nutriti di elementi prevalentemente germanici; dopo la prima guerra mondiale i favori si sono, invece, volti sempre più verso la musica francese ed italiana. Successivamente con l'avvento della globalizzazione anche i giapponesi si sono scoperti anglofili, imitando la musica pop erock d'oltre oceano e cantando in inglese.
Sono nati così negli anni ottanta due filoni (interconnessi al punto che spesso si contaminano l'un l'altro) che vengono definiti:
  • J-pop (legato soprattutto al fenomeno delle idol)
  • J-rock (che si suddivide a sua volta in diverse sotto categorie)
dove la lettera J sta appunto ad indicare "japanese" (giapponese).
Accanto a J-pop e J-rock si è sviluppato più recentemente anche l'hip hop giapponese.
Fuori dall'Asia la musica contemporanea giapponese è conosciuta quasi esclusivamente grazie alle colonne sonore e musiche di sottofondo di videogiochi edanime, i cartoni animati giapponesi.

Politica [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Politica del Giappone.

Politica interna [modifica]

Formalmente il Giappone è una monarchia parlamentare ereditaria, ma il ruolo dell'imperatore è esclusivamente simbolico, come stabilito dalla costituzione del 3 novembre 1946. L'ordinamento istituzionale giapponese è quindi identificabile con le moderne democrazie parlamentari; in confronto, vi è una più marcata differenziazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) dovuta all'influenza degli Stati Uniti durante la stesura della costituzione.
Il potere legislativo è affidato alle due camere della Dieta: la Camera dei Rappresentanti (Shugi-in), composta da 480 membri eletti a suffragio universale per 4 anni, e la Camera dei Consiglieri (Sangi-in), composta da 252 membri eletti per 6 anni, rinnovabili per metà ogni tre anni. Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro e dal Gabinetto, da costui nominato. Il Primo Ministro è scelto dalla Dieta e i Ministri del Gabinetto devono essere in maggioranza membri della Dieta. Il potere giudiziario è amministrato da una Corte Suprema e da corti inferiori, i cui giudici sono nominati dal Gabinetto per dieci anni. I giudici della Corte Suprema sono confermati o sfiduciati dagli elettori in occasione della prima elezione della Camera dei Rappresentanti successiva alla nomina.
I principali partiti giapponesi sono il Partito Liberal Democratico, di tendenza conservatrice, e il Partito Democratico, di tendenza socialdemocratica e progressista. Altri partiti importanti sono quelli Socialista e Comunista. In particolare il Partito Liberal Democratico ha governato quasi ininterrottamente dal 1946 ad oggi, riscuotendo sempre un grande consenso dal popolo.
L'attuale imperatore è Akihito. In tempi recenti l'ex Primo Ministro Yasuo Fukuda è stato in carica solo 11 mesi dal 2007 quando vinse le elezioni. Il candidato premier del partito di maggioranza, il Liberal-democratico Taro Aso, verrà riconfermato con le nuove elezioni del 26 ottobre 2008; in seguito, sempre a causa della crisi economica, cadrà anche questo governo e vengono indette nuove elezioni per il 30 agosto 2009, con la candidatura del Primo Ministro Taro Aso e del candidato del Partito Democratico (neonata formazione di centro-sinistra, originata però da una costola del Partito Liberal Democratico) Yukio Hatoyama. Con la storica vittoria di quest'ultimo, si spezza dopo più di 60 anni l'egemonia politica del partito di centro-destra, che fino ad oggi era sempre stato al governo; la sconfitta è stata così clamorosa che Taro Aso si è dimesso il giorno seguente.
Il sovrano del Giappone è l'unico imperatore oggi esistente al mondo.
Nel febbraio 2007, per la prima volta dal 1947, il governo giapponese guidato dall'ex premier Shinzo Abe si è dotato di un ministero della Difesa. Il primo ministro si è impegnato esplicitamente a sostenere una revisione costituzionale per rivedere l'articolo 9 che proibisce l'uso di forze armate. Le truppe giapponesi hanno attualmente compiti esclusivamente di autodifesa, e con questa formula sono state inviate truppe terrestri in Iraq.

Pena di morte [modifica]

Tra i 47 paesi che praticano la pena di morte (dato 2008[39] di Nessuno tocchi Caino), il Giappone si può contare tra i 9 che si possono definire di democrazia liberale (considerando il sistema politico, i diritti umani, i diritti civili e politici, le libertà economiche e la pratica delle regole dello stato di diritto).
Particolarità del Giappone è il fatto che ai detenuti nel braccio della morte non venga comunicata la data dell'esecuzione, ed essi ne siano informati solo un'ora prima della stessa.
Con le 17 esecuzioni effettuate nel 2008, il Giappone ha superato il numero record del 1975, anno in cui le esecuzioni furono 15; nel 2007 erano state giustiziate 9 persone, 4 nel 2006. Ciò mostra elementi di escalation, dato anche che dal 1998 al 2005 si è registrato un totale di 16 esecuzioni, ovvero una media di due all’anno.
Fino al 2006, per 15 mesi, si era verificata una moratoria di fatto delle esecuzioni; il Ministro della Giustizia dell’epoca, Seiken Sugiura (di confessione buddista), era contrario alla pena capitale.[39]

Politica estera [modifica]

In seguito alla sconfitta e all'occupazione statunitense del secondo dopoguerra, il Giappone intrattiene solide relazioni economiche e militari con gli Stati Uniti. Nella Guerra in Iraq iniziata nel 2003 il Giappone ha contribuito inviando truppe non combattenti. Fa inoltre parte della coalizione denominata G4 (IndiaGermania, Giappone e Brasile).
Il Giappone è un membro dell'APEC, del G4 e del G8, che gli permette di intrattenere relazioni con diverse nazioni occidentali divenendo col tempo particolarmente importante nei rapporti diplomatici e commerciali, specialmente come intermediario con la regione asiatica.
Ci sono attualmente svariate dispute aperte con le nazioni vicine relative al controllo di determinate isole, solitamente concernenti interessi di tipo economico (estrazione di petrolio o gas naturale). Ultimamente poi i rapporti con la Corea del Nord sono nuovamente degenerati in seguito agli esperimenti nucleari di quest'ultima. A metà febbraio 2007 il governo giapponese ha messo in orbita due satelliti-spia militari per la sorveglianza dallo spazio della regione, con particolare attenzione alla penisola coreana.
Il Giappone è membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dal 2005[19] è uno dei candidati ad un seggio permanente.

Organizzazioni internazionali [modifica]

Il Giappone è membro:

Note [modifica]

  1. ^ 法制執務コラム集「法律と国語・日本語」 . URL consultato il 19-01-2009.
  2. ^ "Giappone" in giapponese si dice Nihon, ma all'estero è molto più diffusa la parola Nippon. Si ritiene che il nome usato in occidente sia derivato da quello di un dialetto della Cina meridionale nella quale viene pronunciato /jāk-bəng/.
  3. ^ Monte fuji
  4. ^ Cia world factbook, Giappone
  5. ^ aspettativa di vita in Israele
  6. ^ Prospettiva della popolazione mondiale secondo le nazioni unite
  7. ^ Molti[senza fonte] ritengono che gli Ainu, un popolo indigeno dell'Hokkaidōsettentrionale, siano i discendenti delle popolazioni del periodo Jomon e perciò rappresentino i discendenti dei primi abitanti del Giappone.
  8. ^ Vasellami in Giappone:
    • «I primi esempi conosciuti di vasellame al mondo provengono dal Giappone e sono stati datati al 10500 a.C. circa, Cina e Indocina sono seguiti poco dopo» (Past worlds, The Times Atlas of Archeology. p. 100, 1995).
    • «La fine dell'Era Glaciale fu accompagnata dal primo dei più decisivi cambiamenti della storia giapponese: l'invenzione del vasellame. Secondo l'esperienza tipica degli archeologi le invenzioni passano dal continente alle isole e piccole società periferiche generalmente non contribuiscono ad avanzamenti rivoluzionari nel resto del mondo. Pertanto gli archeologi si stupirono nello scoprire che i più antichi esemplari di vasellame furono prodotti in Giappone 12.700 anni fa.» Jared Diamond, [1].
    • «Comunque il Giappone, fu il luogo dove vennero sviluppate le prime ceramiche» (The History and Geography of Human Genes, p. 249, Cavalli-Sforza ISBN 0-691-08750-4.
  9. ^ "The Yayoi period (c. 250 BC–c. AD 250)," Encyclopædia Britannica; Jared Diamond, "Japanese RootsDiscover 19:6 (June 1998); Dual origins of the Japanese: common ground for hunter-gatherer and farmer Y chromosomes, Michael F. Hammer, 2005.
  10. ^ Vedi Nihon Shoki, volumes 19, Story of Kinmei. [2]"Nihon ShokiDelmer M. Brown (ed.) (a cura di), The Cambridge History of Japan, Cambridge University Press, 1993, pp. 140-149.; George Sansom, A History of Japan to 1334, Stanford University Press, 1958. p. 47. ISBN 0-8047-0523-2
  11. ^ Questo è in riferimento al Ritsuryō
  12. ^ http://www.wsu.edu/~dee/GLOSSARY/KOKUGAKU.HTM
  13. ^ John Dower, Embracing Defeat, 1999
  14. ^ Herbert Bix, Hirohito and the making of modern Japan, New York, HarperCollins, 2001.
  15. ^ Bix, ibid. p.585
  16. ^ Kumao Toyoda, Sensô saiban yoroku, Taiseisha Kabushiki Kaisha, 1986.p.170-172
  17. ^ Bix, ibid. p.584
  18. ^ Dower, ibid. p.326
  19. ^ a b Voce Japan su The CIA World Factbook
  20. ^ Japan: Patterns of Development. country-data.com, gennaio 1994. URL consultato il 28 dicembre 2006.
  21. ^ World Factbook; Country Comparison :: Public DebtCIA, 2009. URL consultato il 22 luglio 2010.
  22. ^ a b World Factbook; Japan—EconomyCIA, 19 dicembre 2006. URL consultato il 28 dicembre 2006.
  23. ^ Masake, Hisane. A farewell to zeroAsia Times Online (2006-03-02). Retrieved on 2006-12-28.
  24. ^ World Economic Outlook Database; country comparisonsIMF, 1 settembre 2006. URL consultato il 14 marzo 2007.
  25. ^ NationMaster; Economy StatisticsNationMaster. URL consultato il 26 marzo 2007.
  26. ^ er 6 Manufacturing and Construction, Statistical Handbook of Japan, Ministry of Internal Affairs and Communications
  27. ^ [3]
  28. ^ [4]
  29. ^ Japan 500 2007Template:Subscription requiredFinancial Times
  30. ^ Market data. New York Stock Exchange (2006-01-31). Retrieved on 2007-08-11.
  31. ^ Executive Summary: Population Trends in Japan. Population Resource Center. URL consultato il 11 maggio 2009. (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007)
  32. ^ Groningen Growth and Development Centre (GGDC). GGDC, 26 gennaio 2009. URL consultato il 30 novembre 2009.
  33. ^ "Japan Tries to Face Up to Growing Poverty Problem". The New York Times. April 21, 2010.
  34. ^ Blustein, Paul. "China Passes U.S. In Trade With Japan: 2004 Figures Show Asian Giant's Muscle". The Washington Post (2005-01-27). Retrieved on 2006-12-28.
  35. ^ Fonte:Eurometeo
  36. ^ Così J.Diamond definisce quelle politiche che vengono imposte dall'alto, in stati caratterizzati da un governo centrale forte, come il Giappone dell'epoca. Questo tipo di gestione si oppone a quello bottom-up che si riscontra in paesi (solitamente piccoli) in cui è tutta la popolazione a proporre e fare pressioni per l'adozione di particolari strategie.(cfr. bibliografia)
  37. ^ (EN“Can you see me clearly?” Public TV image reception experiment (1939) in The Evolution of TV, pp. 7. NHK (Japan Broadcasting Corporation), 2002. URL consultato il 28 febbraio 2009.
  38. ^ (ENTV Broadcasting Begins in The Evolution of TV, pp. 9. NHK (Japan Broadcasting Corporation), 2002. URL consultato il 28 febbraio 2009.
  39. ^ a b Dossier sulla pena di morte in Giappone di Nessuno Tocchi Caino (NessunoTocchiCaino.it)

Bibliografia [modifica]

  • Japan in Catholic Encyclopedia (in inglese), Encyclopedia Press, 1917.
  • Jared DiamondCollasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005 [ed.italiana; titolo originale Collapse. How Societies Choose to Fail or Succeed]. ISBN 978-88-06-18642-5
  • Geographical Survey Institute, The national atlas of Japan, Tōkyō,1975
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Voci correlate [modifica]





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